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La Sabina delle Meraviglie... viaggio alla scoperta dei monumenti naturali più belli d'Europa

Da Fara in Sabina a Rivodutri, passando per Mompeo
 

Un itinerario per conoscere i monumenti naturali della Sabina, dall’Ulivone di Canneto – a Fara in Sabina, nella Valle del Tevere - a Rivodutri, lungo le sponde del fiume Velino - dove ammirare le Sorgenti di Santa Susanna e il secolare Faggio di San Francesco - passando per l’Area protetta delle Gole del Farfa, nel comune di Mompeo, per vedere da vicino quei luoghi in cui la natura si esprime in tutta la sua incredibile bellezza e potenza.
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immagine della tappa a Fara in Sabina

Immagine di Fara in Sabina

Immersi in un paesaggio d’incanto, fra vallate di ulivi, corsi d’acqua e colline e speroni di roccia su cui spuntano piccoli borghi medievali, a pochi chilometri dalla caotica città, ci prepariamo per un viaggio alla scoperta di alcuni luoghi “segreti”, angoli di paradiso che custodiscono la storia di questa terra. Risalendo il corso del Tevere, da sud a nord, verso il confine tra Lazio e Umbria, la nostra prima tappa è Fara in Sabina, più precisamente la frazione di Canneto, in cui è possibile ammirare quello che è stato definito l’ulivo più antico d’Europa: l’Ulivone di Canneto. Il suo tronco ci dice che sta lì da duemila anni, a testimonianza di come la coltivazione degli ulivi e la produzione di olio fossero in Sabina già presenti all’epoca dei romani. Spettacolari i suoi enormi rami in cui è facile perdersi lasciandosi trasportare dai giochi della luce del sole fra le foglie.
 

immagine della tappa c Mompeo

Immagine di Mompeo

Lasciamo il panoramico comune di Fara in Sabina per raggiungere un luogo “magico”: l’Area protetta delle Gole del Farfa, nei pressi nel grazioso borgo di Mompeo, nella Bassa Sabina. Qui la natura ha superato se stessa regalando al visitatore uno spettacolo da togliere il fiato. L’irruento scorrere del fiume Farfa, affluente della riva sinistra del Tevere, nei secoli, ha modellato la roccia creando una gola che accoglie generosa l’energica potenza delle sue acque, tra schizzi, giochi di luce e di colori. Ammiriamo, come fossimo in trance, la trasparenza in cui lo splendido e verdeggiante paesaggio circostante si riflette, dando l’illusione che tutto intorno venga inghiottito e trascinato via. Per riprenderci dalla forte emozione ci fermiamo nel vicino agriturismo “Le Mole sul Farfa”, incluso nell’area protetta. Gestito dalla Cooperativa Fiume Farfa, oltre a offrirci la possibilità di degustare i migliori piatti della tradizione locale, accompagnati dall’olio d’oliva della Sabina DOP, è anche una fattoria didattica.

immagine della tappa c Rivodutri

Immagine di Rivodutri

Ci rimettiamo in marcia per raggiungere Rivodutri, affacciata sulla Valle Santa, al confine con l’Umbria. Riprendiamo la SS 79 e la seguiamo in direzione nord per circa 45 km per raggiungere le Sorgenti di Santa Susanna, monumento naturale dal 1977. Incluse nello splendido territorio della Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, alle pendici del paese di Rivodutri, con una portata d’acqua pari a cinquemila litri al secondo, sono fra le sorgenti più grandi d’Europa. Ricche di pesci e di vegetazione spontanea che le incornicia rendendole ancora più maestose, le sue acque sorgive compiono un percorso di 7 Km dando origine al fiume di Santa Susanna – che sfocia nel lago di Ripasottile e all’omonimo canale, che si getta nel fiume Velino. Ammirando le splendide acrobazie delle sue acque, possiamo percorrere un sentiero a piedi che, attraverso un giardino botanico, ci conduce ad un vecchio mulino.

immagine della tappa c Ceparo (frazione di Rivodutri)

Immagine di Ceparo (frazione di Rivodutri)  
Ci dirigiamo, infine, verso il borgo di Rivodutri, in direzione Cepparo, piccola frazione lungo la strada che ci condurrà al mistico Faggio di San Francesco. Proseguiamo un paio di chilometri dopo il paesino fino ad un altipiano, popolato da pacifiche mucche al pascolo e il cui panorama dalle linee pulite è interrotto solo dalla sagoma di una piccolissima chiesa dedicata al Santo di Assisi. Siamo in pieno Cammino di San Francesco, e un piccolo e breve sentiero in discesa, di fronte alla chiesa, ci conduce verso l’esperienza più “spirituale” del nostro tour naturalistico. E’ qui che - circondato da una foresta di giovani faggi - si trova ancora oggi il Faggio secolare, che da ottocento anni conserva il segreto del giorno in cui San Francesco, sotto una fitta pioggia trovò riparo nelle sue flessuose fronde che, come narra la leggenda, si tesero spontaneamente per accogliere il suo corpo provato e stanco.

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